relazione a cura del dott. Enrico Croce
Fin dal 2016 la sezione CAI di Sesto S. Giovanni supporta le attività archeologiche condotte dal Civico Museo archeologico di Bergamo a Carona, fornendo alloggio e supporto logistico agli archeologi presso il Baitone. Anche quest’anno gli scavi del museo bergamasco saranno concentrati nei pressi del lago Cavasabbia, nell’area dei Piani di Sasso. Inoltre, un gruppo di ricercatori del museo si occuperà anche del rilievo di alcune incisioni rupestri in Val Camisana.
L’insediamento venuto alla luce in località Piani di Sasso si trova su un pianoro immediatamente a monte della confluenza del torrente dalla Valle del Monte Sasso col Fiume Brembo, segnato in cartografia IGM come “Baite le Croci”. L’area pianeggiante, formata da dinamiche di accumulo fluviale all’interno di una conca glaciale, presenta un’ottima esposizione solare e si configura in modo molto favorevole all’insediamento umano. Le prime attività umane, legate allo sfruttamento dei boschi e delle miniere di ferro, datano probabilmente alla fine del IV secolo a.C., sul finire dell’Impero Romano, e sono indiziate dai risultati di analisi paleobotaniche condotte in una torbiera situata nei pressi del sito. Nell’Alto Medioevo, tra VII e VIII secolo d.C., sul margine settentrionale del pianoro era in uso una struttura probabilmente destinata ad attività artigianali, che è sopravvissuta almeno fino all’XI-XII secolo d.C. Mentre il lato est dell’area, poco distante dall’attuale baita dei pastori, vide la costruzione, nel pieno Medioevo, di una serie di strutture datate tra XIII e XIV secolo d.C., tra cui anche quella che probabilmente doveva essere una torre. Nel territorio circostante l’abitato sono stati indagati anche i resti di due aie carbonili, utilizzate tra il IX e il XIII secolo d.C. per la produzione del carbone, necessario per alimentare le attività metallurgiche. L’interpretazione corrente del sito, infatti, lo considera come un insediamento produttivo legato allo sfruttamento delle miniere di ferro del Monte Sasso. Agli inizi dell’età Moderna l’insediamento era in qualche modo ancora attivo, visto che venne inserito in una mappa itineraria della Val Brembana redatta da Leonardo da Vinci, ma probabilmente proprio in questo periodo cadde in disuso a causa dell’apertura di nuovi impianti fusori più efficienti, situati più a valle.
La campagna di scavo 2023 diretta dalla dott.ssa S. Casini, si aprirà il 3 luglio e proseguirà per tre settimane, fino al 21 luglio. Le ricerche sul campo saranno condotte dal lunedì al venerdì e gli archeologi saranno a disposizione di eventuali visitatori per mostrare lo stato di avanzamento dei lavori di scavo, nel rispetto delle norme di sicurezza del cantiere.