Sabato 5 settembre 2020
Ore 8.15 siamo alla funivia per i piani d’Erna pronti per una bella giornata da passare sul Resegone. Il meteo è dalla nostra e la temperatura di inizio giornata ci obbliga ad indossare il pile. Scesi dalla funivia e spiegato l’itinerario della giornata, partiamo subito in direzione del passo del Fò/Rifugio Ghislandi da dove ci prepareremo, imbragandoci, all’attacco della ferrata Centenario. Alcuni dei partecipanti non hanno mai fatto questa via che apre dei panorami stupendi e rimangono a bocca aperta: ecco lì sotto Lecco, delimitata dal San Martino e dalla parete del Medale verso nord; poco più in là il monte Barro s’ impone alla vista dividendo la valle Magrera dal corso dell’Adda.
Più in là i Corni di Canzo, monte Rai, il corno Birone e il Cornizzolo, guidano l’occhio verso la pianura sul quale si intuisce insista una “cupola” di umidità. Andando con lo sguardo verso il triangolo Lariano il San Primo salta all’occhio e poco oltre il monte Generoso.
Dietro tutto, nonostante la cupola di umidità il monte Rosa: è imbarazzante da quanto è bello!
La giornata è veramente spettacolare, ogni passaggio di cambra, ogni fittone, ogni aggancio del dissipatore meriterebbe una sosta per ammirare il panorama. Quest’ultimo unito al piacere e al pizzico di adrenalina della via ferrata mette la compagnia di buon umore e il tempo scorre piacevole.
Al termine della ferrata Centenario sbuchiamo sul Pian Serrada e ci concediamo una minima sosta anche per togliere l’imbrago che d’ora in poi non ci servirà più. Terminate le operazioni di “svestizione” dal kit da ferrata e mangiato qualcosina giusto per raggiungere la vetta, ci incamminiamo in direzione del rifugio Azzoni.
Ora la via è decisamente più affollata rispetto alla ferrata. Troviamo molta gente che sale e anche che scende: proprio mentre ci incamminiamo verso il sentiero 1 vediamo alcuni escursionisti dispiegare il parapendio sul pian Serranda attendendo la corrente giusta per il decollo e un po’ invidiamo questo metodo per ritornare a valle 🙂
Giunti al rifugio troviamo molta gente e cercare un spazio sufficiente per poter pranzare con i nostri panini non è cosa facile: il periodo di reclusione appena vissuto ha fatto sicuramente riscoprire queste montagne tanto vicino a casa quanto belle.
La vista verso la Valsassina e le vette della Valtellina è tuttavia coperta da alcune nubi che lentamente si diradano dando spazio alla vista del Zuccone-Campelli e del Pizzo Tre Signori e del monte Bernina … nel frattempo i parapendio notati poco fa ora sono decollati!
Terminato il panino e bevuta la birra rituale 🙂 procediamo per la Val Caldera in direzione del passo del Giuff da dove poi ritorneremo alla funivia. Questa via è poco battuta e la tranquillità della montagna torna sovrana non appena il cammino si allontana dal sentiero più frequentato. Speriamo così di avvistare con un po’di fortuna qualche esemplare della fauna locale. Detto, fatto: non appena ci troviamo sul versante opposto, attraversando un canalone al di sotto delle punte Stoppani e Manzoni, avvistiamo un camoscio intento a rifocillarsi ad un arbusto poco sotto di noi. Proseguiamo lungo la via ammirando la Valsassina e le vette della Valtellina che ora si stagliano per le sole cime oltre i crinali spartiacque della Valsassina. Giungiamo al Giuff passando dai faggeti che creano un’atmosfera tipicamente bucolica.
Superato il Giuff non ci resta che puntare verso i piani e poi la funivia ammirando qui le altre montagne della Valsassina: lì in primo piano il monte Due Mani e più dietro Grignetta e Grignone con i suoi Scudi. Ecco che alle 17, con passo comodo per godersi appieno la giornata, siamo di nuovo verso la funivia inseguendo il tracciato appena concluso con gli occhi.
Un bel giro che ha incontrato una giornata fantastica vissuta da gente stupenda!